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De Biase Ottaviano, poeta, scrittore, storico,
pittore.
Nato a S. Lucia di Serino, Avellino, il 21/08/1947, dove vive.
Tel. 0825-594287/512569
Bibliografia delle opere pubblicate:
- Terra Mia, Palladio, Salerno, 1987,
pagg.80. Introduzione dei prof.ri S. F. Di Zenzo e P. Pelosi dell'Università di Salerno.
- Scaglie di Roccia, WM Edizioni,
Atripalda Av., 1989, pagg.80. Introduzione del prof. G.A.Iannace, della Central
Connecticut State University di New York, USA.
- Serino nella seconda metà dell'Ottocento,
VM Edizioni, Atripalda, Av., 1991, Coautore con Chiara De Simone, pagg.200.
- Incontri, Firenze Libri, Firenze,
1993, pagg.80.
- Terra e Cielo, Firenze Libri,
Firenze, 1994, pagg.380. Romanzo storico.
- La Speranza del Seme, Firenze Libri,
Firenze,1995, pagg.80.
- Avellino e l'Alta Valle del Sabato,
Scuderi Editrice, Avellino, 1997, Pagg.380. Testo di ricerca storica; patrocinato
dal Centro Studi "L. Da Vinci" di Avellino.
I Colori del Sud, Scuderi
Editrice, Avellino,1998, pagg.96. Prefazione del Prof. M. Ricciardelli, fondatore della
rivista Forum Italicum di New York, USA.
E' stato inserito in varie antologie
tra cui L'Altro Novecento Vol.III - La Poesia Etico-Civile in Italia
- a cura del prof. Vittoriano Esposito ed edita da Bastogi,
Foggia,1997. Melodie della Terra, a cura di Plinio Perilli ed edita da
Crocetti, Milano,1998. Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese e pubblicate da Forum
Italicum, New York, USA. Il romanzo Terra e Cielo ha ricevuto il premio
internazionale "Emigrazione" XVIII edizione; il premio "Abruzzo Oggi";
il premio "Porta dei Leoni" dell'Accademia internazionale dei Micenei di Reggio
Calabria. La stessa Accademia lo ha nominato Senatore Accademico nel 1994. Numerosi i
riconoscimenti per la poesia.
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Bibliografia della Critica,
giornali e riviste
- Notiziario della MM,
Dic. 1987 - Roma; (Terra Mia).
- Pietro Pelosi, Forum Italicum, Spring
1988, Reviews, Terra Mia, Pag. 107 e seg. New York (USA).
- Rivista Marittima, Ott. 1989 - Roma;
(Terra Mia).
- Gaetano A. Iannace, Forum Italicum,
Fall 1989, Reviews, Scaglie di Roccia, Pag. 334 e seg. New
York (USA).
- Vincenzo Arnone, Poeti Contemporanei,
La Vita, PT, 1989.
- Mario Petraglia, New from the Afsouth
Post Library: Ottaviano De Biase. The Lion, Aug/Sept 1989, Afsouth - Nato.
- Felice Ballero, (Scaglie di Roccia),
Il Grillo, Mag/Giu 1990, Milano.
- Pasquale Francischetti, (Scaglie di
Roccia), Poeti nella Società, Apr. 1991 - Napoli.
- Vincenzo Arnone, Poeti Contemporanei,
La Vita, Feb. 1993, Pistoia.
- Giornale della Libreria,
Mondadori,1993 - breve cenno, (Incontri).
- Il Grillo, (Incontri), Mar/Apr 1993 -
Milano.
- Il Giornale di Napoli, (Incontri),
28.7.1993.
- Dacia Camiciotti, (Incontri), Città
di Vita, Firenze, Lug/Ago 1993.
- Calabria Letteraria, (Incontri),
Lug/Sett 1993.
- Roberto Pasanisi, (Incontri), Nuove
Lettere, Napoli, Feb. 1994.
- Il Giornale, (Incontri) breve cenno,
21 Maggio 1994.
- Fabio Greco, (Incontri), Reportage,
16/31 Maggio 1994, Lamezia Terme.
- La Sicilia, (Incontri), breve cenno,
10.6. 1994.
- Renzo Ricchi, Terra e Cielo di
Ottaviano De Biase, Veritas, Firenze, Agosto, 1994.
- Cesare De Bartolomeis, Premio
Emigrazione, XVIII Edizione ad Ottaviano De Biase, La Voce dell'
Emigrante, Pratola Peligna, Sett/Ott
1994.
- Mario Frasson, Premio Emigrazione a
Pratola Peligna, Messagero di Sant' Antonio, n.11, Nov 1994, Padova, Edizione per
l'estero.
- Giuseppe Petrucciani, (Terra e
Cielo), Il Ponte (AV), 30.12. 1994.
- Giovanni Tranfaglia, La Santa Lucia
di Ieri, Provincia, Anno V, n. 15 del 28 Agosto 1994.
- Renato Pigliacampo, (Terra e Cielo),
Helios, Anno III, n. 4, 1994, Ripatransone, AP.
- Vincenzo Arnone, Poeti Contemporanei,
La Vita, 8.1. 1995, Pistoia.
- Provincia, (AV), n. 1, 1995, - (Terra
e Cielo).
- L'informatore Librario
"Solathia" - breve cenno - 1994, 1995.
- Renato Pigliacampo, (Terra e Cielo),
La «Liberazione» diventa impegno civile, Il Rinnovamento n. 225-Dic 1994, pagg. 55-58.,
Napoli.
- Notiziario della MM, (Terra e Cielo),
pag. 48 Gen.1995, Roma.
- Rivista Marittima, (Terra e Cielo),
Dic. 1994, Roma.
- Il Giornale di Indro Montanelli del
15.7.1995, breve cenno, (Terra e Cielo).
- Gaetano A. Iannace, Reviews, (Terra e
Cielo) Forum Italicum, New York, Vol. 29, n. 1, pagg. 239-242, Spring ,1995.
- Periodico "Provincia" n.17,
1995, (La Speranza del Seme).
- Abruzzo Oggi, (Terra e Cielo), Sett.
1995.
- Vincenzo Arnone, Poeti
Contemporanei,: Ottaviano De Biase, La Vita, 26.11.95 - Pistoia.
- Il Ponte (AV), 13.12.95, (La Speranza
del Seme).
- Giovanna Giulietti, (La Speranza del
Seme), Rivista Marittima, Roma, Dic 1995, pagg.235-236.
- Stefano Valentini, (La Speranza del
Seme), La Nuova Tribuna Letteraria, n.42, I Trim., 1996, Abano Terme, (Pd).
- Altirpinia, n.11, 15 Giugno 1996, (La
Speranza del Seme).
- Sapienza n.3, Lug/Sett. 1995-Vico S.
Pietro a Maiella, Napoli, (Terra e Cielo).
- Pasquale Cozzareli, (Terra e Cielo),
Altirpinia, n.13 15.7.1996.
- Raffaele Di Zenzo, Ottaviano De
Biase: Un'altra "Voce", del Meridione, Forum Italicum, New York, Spring 1996,
Vol. 30 n.1, pagg 136-145; pagg. 191-194 (Translation two poems).
- "provincia". Periodico.
Forino AV. 1 dic. 1996.
- Claudia Giaquinto, Ottaviano De
Biase: una poesia tra perdizione e speranza. Otto pagine, mercoledì, 4 dic 1996 AV.
- Cloaudia Giaquinto, da Stoccarda a
Santa Lucia di Serino: un viaggio lungo una vita. Il romanzo di un emigrante. Otto
pagine, AV. Venerdì 10 gen 1997.
- Il club degli Autori. (La
Speranza del Seme), Melegnano (MI) 1997, nr.53/54.
- Antonio Ferrante, Da Santa Lucia in
Canadà: romanzo irpino. Irpinia Oggi, sabato 8 feb 1997.
- La Voce dell'Emigrante, (Terra e
Cielo), nr.4, 4 apr 1997.
- Vittoriano Esposito, "L'Altro
Novecento, Vol.III, La poesia etico-civile in Italia, Bastogi, Foggia,1997.
- Antonio Ferrante, La storia di
quattro comuni, Irpinia Oggi, 27 nov. 1997.
- Antonio Aurigemma, Il Mattino, 29 e
30 nov 1997. Articoli sulla presentazione del libro "Avellino e l'Alta Valle del
Sabato". Biblioteca provinciale di AV, 29 nov 1997.
- Raffaele Di Zenzo, Florilegio
Serinese, C Serino, Civita Editrice, 1998, Chicago, USA. Raccolta di recensioni,
interviste e poesie.
- RAI 3, Rubrica "Indice del
Libro" del 20.2.1998, presentazione del libro "Avellino e l'Alta Valle del
Sabato.
- Avellino, 17 mag 1998 - Giornata del
Libro - Libreria Guida e Libreria Del Parco: Ottaviano De Biase: incontro con i
lettori. (Resoconto pubblicato sul Mattino del 18 del c.m.)
- Ersilia Nazzaro: Leggere L'Irpinia,
Otttaviano De Biase: un piacere da riscoprire, La Betulla , Serino,
Anno 1, nr.4, pag.9.
- 18 agosto 1998, Santa Lucia di Serino
(AV), II° presentazione di: "Avellino e l'Alta Valle del Sabato".
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Si sono interessati, in ordine
di tempo, con prefazioni, recensioni e scambi epistolari:
S. F. Di Zenzo, R. Di Zenzo, P. Pelosi,
P. Martiniello, R. Pigliacampo, L. Pumpo, G.A. Iannace, D. Camiciotti, V.
Arnone, F. Ballero, M. Petraglia, G. Salveti, S. Valentini, A.
Frasson, A. Colacrai, V. Scarselli, F. Creco, R. Pasanisi, A. Altieri,
F. Castelli, C. Giaquinto, G. Tranfaglia, V. Sgarbi, M.R.Stern, P. Francischetti, P.
Cozzarelli, R. Ricchi, G. Petrucciani, G. Conforti, L. Ventura, A. De Bartolomeis,
B. Grassi, A. Ferrante, V. Esposito, M. Mignone, M. Ricciardelli, G. Gargani,
A. Aurigemma. P. Perilli.
Opere in attesa di un
Editore:
a) - Romanzo: Notti di veglia
in guerra fredda
b) - Teatro: A vigilia e Natale
- I° Premio La Fenice di Calitri. Portato in scena dai giovani attori
della Pro-Loco di Santa Lucia di Serino, AV.
c) - Dolce silenzio e
Kaos, silloge.
d) - La sposa e altri racconti.
email:
ottaviano.dbs@libero.it
Siti web:
http://www.mediastudio.net/tralerighe/debiase/index.htm
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DE BIASE Ottaviano, I Colori del Sud, Scuderi editrice, Avellino 1998, pp.
96.
LAutore non è
nuovo alla grande poesia. Siamo di fronte ad un vero poeta. Lo abbiamo scoperto già nelle
precedenti raccolte: Terra mia, Scaglie di Roccia, Incontri,
La Speranza del Seme. Ma stavolta fa un gran passo in avanti per la maturità
linguistica, per i temi profondi del poetare; un grandioso "affresco" in cui i
"colori" non sono più quelli del tribolato Sud, ma assurgono a messaggi prima
criptici e poi via via sempre più espliciti per approdare ad una riflessione che ci
coinvolge tutti.
Il Nostro si muove
su tre principi creativi/ideativi del poetare: la povertà del Sud, che al suo sguardo
diviene anche colpa per lignavia e la considerazione; lalba o il
nascere del giorno e la ricerca della fede, considerata al fine escatologico: e non è un
caso la sezione finale: "Dicembre In attesa della Nascita".
Chi ha letto Terra
e Cielo (1994), romanzo per lo più autobiografico, ha forti indizi per
interpretare alcuni "segni" della presente silloge. Là il poeta narrava
lodissea dellemigrante in Germania, la sua "saudate" (nostalgia,
malinconia) più per la natura e le "radici" trasmutate dal sogno che per
la gente intrigante, aspra, talvolta pregna dei più infimi istinti. E nel ritorno al
paese, lemigrante, prova una sensazione di emozioni contrastanti che fanno di lui il
modello delluomo "respinto" e "perdente" del
Meridione.
E De Biase , lalter-ego, ritorna in poesia per manifestare (manifestarsi) nel
primario messaggio di denuncia. Ma ora, lEmigrante/Poeta, non è uno qualsiasi: è
capace di forgiare la parola ai propri bisogni affettivi e ideativi. Crea pertanto un
sapiente itinerario che parte dalla "Mia valle" e si conclude nella grotta di
Gesù. Cè un filo conduttore dal primo verso allultimo verso. La Valle è la
madre, la culla. In De Biase cè sempre un abbraccio spaziale, bene circoscritto,
può essere appunto la valle, il mare, la grotta dove è il Bambin Gesù, il monte, ma
pure lo spazio affettivo delle braccia che volano verso la consorte. "Mi fai tornare
in mente/ (...)"; "(...) i miei sentieri". Il poeta agisce tra lIo e
il Sè sociale, ma spessissimo più che agli uomini parla alla natura, personalizzata, un
approccio privilegiato perché conosciuta sin dallinfanzia. E poi cè
il mare: il mare è la linfa, lalta ideazione, e al mare si collegano i principali
lessemi; azzurro, alba (più e più volte ripetuto), diluvio... Cè pure una nitida
poesia mnemonica di rancore. "Alle Elementari (scritto in maiuscolo, perché si
comprenda bene) si pensava/ che non imparassi nemmeno a leggere!/ Mia lingua percorsa dal
fuoco/ delle parole. Uomini di niente." (Cisterna, p. 24). Si costata un
evidente conflitto tra il poeta e la sua gente, sapendo egli dappartenere
allesigua percentuale della popolazione scampata al gioco del potere dei detentori
di privilegi sociali e culturali di paese. Ora la poesia di De Biase diventa denuncia
sociale, politica, rivoluzione. E non sempre riesce a stemperare il morso della miseria
umiliante, della fame di ieri con la fede. Una fede comunque sia, naturale, di meraviglia
francescana. "Ma il segreto che mi unisce/ a Dio, seppure disunisce,/ è dato da
questi silenzi/ in cui la Natura/ si abbandona." (Rugiada, p. 29).
Assistiamo a questapertura (o tentativo?) già nella stupenda lirica Rendi anche
me foglia innocente. Sono tracce turoldiane , sempre più esplicite allorché entriamo
nella parte conclusiva della raccolta (v. Dicembre). Ma mentre in Padre David Maria
Turoldo il discorso poetico si fa trascendentale, diretto e conflittuale con Dio che non
si "manifesta", in De Biase si resta ancorati ad una riflessione con la terra
dei cafoni del Sud , con quelli particolari di Santa Lucia di Serino. Ecco il
significativo rapporto col genitore (v. "Padre"). Vuole salvare almeno il
genitore da questamara sottomissione. Dice: "... Tu , ignara creatura/ che va
oltre e torna,/ talvolta ferito/ dalle mie manchevolezze/ tra grumi e muggiti/ raccogli
diademi di gioia/ strappati ad un giorno orfano." (Padre, p. 32). Il padre
diventa simbolo del Sud , una gioia faticata, se avuta, e sempre la dolorosa sofferenza: e
alla presenza del figlio è questo dolore un affronto alla dignità umana. "Radici di
terra. Quelli del Sud/ hanno scolpito in faccia linferno."
(Sciopero generale, p. 33).
Questo richiamo debiasiano non può non portarci a Carlo Levi: il mondo duro dei contadini
meridionali del famoso Cristo si è fermato a Eboli, uscito più di mezzo secolo
fa, nel 1946. Il fascismo , come è noto, aveva confinato il pittore medico torinese, in
quei luoghi desolati . Fu unesperienza forte . Nel 43 e 44 Carlo Levi è
a Firenze, fuori casa sabbatte la furia delle bombe, e ripensa alle aride petraie,
alla miseria e allisolamento di Eboli e di quei contadini, alle secolari credenze
nel potere politico ed ecclesiale. Connubio di sfruttamento. Rivive nel sogno la Lucania.
E la genesi del notissimo libro. Esso ha un gran valore antropologico. Richiama
lattenzione degli antropologi, tra cui Ernesto De Martino e altri giovani studiosi.
Lo storico Lucio Villari dirà: "Cristo si è fermato a Eboli si può
leggere come uno splendido viaggio nel passato , un avventura sentimentale, la
ricerca di qualcosa di perduto nel campo delle emozioni. Levi ha caricato di valori
positivi la civiltà contadina, rappresentandola come mondo della autenticità." E il
nostro De Biase rappresenta, autore privilegiato, diretto, questa verità di contatto
terra del sud /uomo , contadino/istituzione dolore/speranza.
Il progresso tecnologico, linfluenza dellinformazione multimediale hanno
smussato certe differenze culturali nelle ultime generazioni e, forse, anche della
generazione di De Biase, la quale ha però il privilegio (ultimo?) di testimonianza.
Attenzione , sottolineo testimonianza per il fatto che gli scrittori come De Biase,
e pochi altri, sono le ultime voci di quella "diversità" che, se
salvata, e riproposta aglindigeni e al Nord induce a una riflessione
culturale e politica su quella gente che, con sacrificio più dette senza nulla chiedere.
Nella ricerca, nella volontà di testimoniare questa gente del Sud sale sul palcoscenico
nei suoi valori genuini: è vero che è gente "popolana", anzi
"cafona", "ignorante", però, alla lunga, a perdere è la politica,
"i signori politici", pretenziosi, che li rappresentano a Roma, ma che
come sempre avviene rappresentano se stessi o la propria casta.
Dunque non si può leggere De Biase se non facciamo un excursus su questo rapporto con
lambiente, dal quale sè allontanato in gioventù per il mare. Rifugio. Ma il
poeta non può scordare Santa Lucia di Serino né ciò che ruota attorno alle "radici".
La sua sferza sono dei versi violenti, vendicativi, di denuncia. "Dopo anni di lotta
e di fatica/ chi si dice comunista muore con se stesso/ e per mano di uno Stato
cecchino." (Sciopero generale, p.39); o "Nella natura dei corrotti/
vecchi fantasmi incombono." (Le due sorprese, p.35); o " Siamo passeri in
cerca dogni giaciglio.// (...) "Soli a scavare tane alla notte.// (Sera,
p.36).
A poco a poco il dualismo con lambiente, al quale il figlio fuggiasco per mari è
ritornato col pensiero e la speranza di un possibile mutamento, di agganciarsi per un
discorso positivo nei confronti del Nord, appare lotta titanica. La sua gente non capisce
il messaggio, non afferra il grido di rinnovamento. E il poeta precipita nel gorgo del
pessimismo, una latente rassegnazione avvolge in ogni luogo Santa Lucia di Serino, la
valle, il monte e tutta la popolazione. Non cè più speranza. Il poeta è solo.
"...La Morte/ è un carro senza guida/ (...)/ Erosi e deformi/ è come non avere
nulla/ né di cielo e né di terra." (La Morte, p.43). La Morte diventa amica,
confidente, ecco il significato del maiuscolo. In questa decadenza, sconfitta, al poeta
non resta che la fede, una ricerca escatologica di "salvezza" (o rassegnazione
estrema di imminente annullamento?). Forse. "...Il dolore, non altro compenso, il
dolore." (p. 43).
Pochi versi più avanti, in Speranza, troviamo un raggio di luce. Sempre aggrappato
allancora di mare/madre, di mare/salvezza, di mare/approdo, e il poeta si riprende
in unesplosione coi bellissimi versi: "Sei tuttora nel ventre di una rosa;/ mia
culla, sole/ radioso del mio essere." (Speranza, p. 44). E il poeta, ormai
vinto e deluso, incomincia quellitinerario di ricerca per approdare alla
fede/speranza. Dice: "Il coraggio non si compra"; "Verità come
alba..."; sino alla chiarezza/certezza delle parole ferme "...il cielo accende
in terra/ lalba, dono di Dio"; "Tuttavia se la speranza dovessi perdere,
allora/ ricordati di dire allunica rosa/ nel giardino di pungermi col suo/ abbraccio
di nozze e di morte." (Acqua di fiume, p. 49).
Infine cè da dire che la poesia manifesto di questo poeta, di questo testimoniatore
è Irpinia. Qui il sentimento virile, il connubio di uomo/natura , la
sofferenza/speranza, lumiltà/ribellione giungono ai vertici rendendo la voce
poetica di Ottaviano De Biase fra le più limpide e veritiere della fine del secondo
millennio della Campania, dico di più, dellintero Meridione.
Non possiamo non annunciare quale alta poesia i seguenti vv. "Anche io chiedo al
tempo di reggere/ quello che vado cercando,/ il profumo di una rosa/ di colei che si
lasciò da me/ cogliere con dolore,/ non altro compenso con dolore,/ lintera valle
si lascia morire." (Una rosa, p. 54). Qui, la propria donna, diviene strumento
e rievocazione nellintimo contatto con la stessa natura: è un gioco dimmagine
efficace, con pochi riscontri con altri poeti e scrittori. Questa triangolazione
Poeta-Donna-Natura conduce e induce perciò al dolore, dolore come riscatto, ispirazione
ma, nello stesso tempo, amore e speranza.
Approdiamo al Natale! Qui finisce perché proprio qui egli vive e odia: e intensamente
vive il proprio canto che è ispirato dalla Morte e dallAmore: le radici, la genesi
della lirica che vince, e, il poeta, in essa è vincitore!
De Biase, un grande poeta, perché si è confessato col tribolato Sud, emozionandoci.
E detto tutto.
Renato Pigliacampo.
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